L'altro è più fortunato di me

Il titolo non è tanto promettente, ma ti prometto che il contenuto ti permetterà di guardare la vita in un modo completamente diverso.

Anzitutto dobbiamo cominciare a comprendere che le persone non vivono mai eventi a caso, tutto segue un principio perfetto determinato da quanto è registrato nel nostro inconscio.

Molto spesso le donne che partecipano ai miei corsi mi parlano della loro “sfortuna” nel non essere mai riuscite ad attrarre un uomo come lo hanno idealizzato negli anni, altre invece raccontano l’esatto contrario.

Ciò per me significa che la felicità e la passione si strutturano giorno per giorno seguendo un papiro già pre-confezionato strutturatosi attorno alla parola karma.

In realtà, in base ai miei studi, il karma si crea quotidianamente e non segue le stesse regole del tempo, ossia si sta strutturando nel momento presente in ragione di come io vivo gli eventi, in sostanza, in ragione di come io “reagisco”. Alle nostra spalle esiste un peso che noi abitualmente definiamo karmico, ma è presente ora, ciò significa che tutte le vite si compiono contemporaneamente, non seguono un ordine di tempo... del resto lo stesso Albert Einstein ha dimostrato che tempo e spazio in realtà non esistono.

Quando noi ci sentiamo ingiustamente puniti da una vita più difficile, significa che si è venuta a strutturare durante l’infanzia una moltitudine di esperienze alle quali abbiamo reagito come potevamo, tali reazioni oggi ci condizionano attirando nuovi eventi “simili”.

Ciò che dovremmo fare, invece di paragonare la nostra vita con quella degli altri, è osservare in ogni momento le emozioni che proviamo, siano belle, siano brutte. Nel momento in cui il cervello assiste ad una tua analisi, ritiene che il caso sia stato compreso e che l’individuo possa procedere ad altra esperienza.

Ti invito quindi ad adottare proprio questo atteggiamento, il bello della vita arriverà quando ti applicherai con la giusta forza di volontà, disciplina e fiducia. Rimani sempre aggiornata/o sulle novità di Fabio Netzach, clicca qui.