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Cos'è la Compassione

Molto spesso confondiamo la parola “compassione” con l’atteggiamento di “provo pena”, quando invece è l’esatto contrario, ossia vivo assieme a te nella “Passione”.

La compassione nasce da un atteggiamento di Osservazione delle nostre anche più semplici dinamiche mentali ed emotive.

La semplice osservazione permette al cervello di “fare amicizia” con ciò che prima a livello più profondo era associato a paure, ad esempio la paura dell’abbandono, la paura di morire di fame e così via.

Vivere nella passione quindi significa “vivere rilassati”, in una situazione in cui il nostro corpo non prova “bisogno di controllo” e non soffre quindi di rigidità. Questo atteggiamento è rivoluzionario sotto certi aspetti perché la maggior parte del nostro tempo la passiamo nella preoccupazione di ciò che potrà accadere nel nostro futuro.

Il sistema scatenante di questo bisogno di controllo può essere descritto con il modello della “neuro-associazione”, ossia osservare come si reagisce a livello fisico ad una emozione che stiamo provando o riteniamo che proveremo in futuro. La cosa fantastica è che la distinzione tra presente e futuro nell’inconscio non esiste, in quanto ciò che io penso è già una realtà.

Ritornando al concetto di “passione”, cosa significa esattamente “vivere nella passione”? Significa vivere gioendo di ciò che stiamo facendo e pensiamo che ciò che si prospetta verrà riconosciuto dal sociale nonché da noi come opera, creazione a nostra immagine e somiglianza, in pratica creiamo esattamente come Dio. Ogni emozione che hai provato da piccolo è la linea di partenza di una pista che viene obbligatoriamente percorsa e che ti riporta alla linea stessa. Quando i nostri genitori facevano qualcosa che a noi non andava, ad esempio si assentavano e noi piangevamo, cominciavamo a creare tante linee di partenza creando così in noi un sistema di insicurezze talei da convincerci che prima di tutto noi non siamo Dio, che siamo imperfetti, altrimenti i nostri genitori avrebbero avuto tutte le attenzioni necessarie nei nostri confronti.

Questi pensieri saranno ciò che utilizzeremo senza rendercene conto in età adulta quando il nostro partner non ci darà la giusta attenzione, quella che noi desideriamo dal profondo, o in un ambiente di lavoro in cui non siamo preferiti dal titolare. Ritornando a monte, se vuoi vivere nella passione chiediti: “quanto gioisco della gioia altrui?”: nel momento in cui ti scenderanno le lacrime dalla felicità allora potrai dire di esserci, altrimenti sarai nella paura che qualcosa non arrivi a te. Rimani sempre aggiornata/o sulle novità di Fabio Netzach, clicca qui.

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